Rieccoci qui.

Dopo il primo articolo legato alla mia storia e il secondo dove ti ho raccontato di un aneddoto del viaggio in Marocco ecco il terzo articolo del blog di Motorizzonti, la guida definitiva per sapere come vestirsi per viaggiare in estate in sicurezza ma senza morire di caldo.

Ma lascia che ti racconti come mi è venuta in mente l’idea di scrivere questo articolo.

Qualche giorno fa ho incontrato un ragazzo con cui avevo viaggiato una decina di anni fa in Tunisia.

È stato molto piacevole rivedersi e fare due parole.

Parlando il discorso è presto andato su quell’esperienza e quel fantastico viaggio, che per lui è stato una vera e propria rivoluzione nell’andare in moto.

Perché?

Semplice, perché lì ha imparato come ci si deve attrezzare e vestire per andare in moto in estate in paesi molto caldi.

Sarà stato il 2008 su per giù e avevo organizzato l’ennesimo viaggio in Tunisia, quella volta lo avevo organizzato in estate, a giugno.

Era un’estate particolarmente calda, e le temperature andavano dai 29° ai 37°, diciamo proprio che si moriva di caldo.

Questo ragazzo era al suo primo viaggio in moto fuori dall’Italia, in realtà neanche nel nostro paese aveva viaggiato poi molto.

Aveva la moto, un’Africa Twin,  da 2 anni e in questo tempo un po’ per un motivo un po’ per l’altro l’aveva usata per lo più per gli spostamenti di tutti i giorni e per qualche scampagnata tra le colline del Monferrato, da dove veniva.

Ora aveva deciso di partire per un viaggio vero.

Il problema è che non era propriamente preparato, o meglio, pensava di esserlo…

Da questo viaggio ho cominciato a far avere ai partecipanti l’elenco completo di ciò che devono assolutamente portare con loro.

Comunque.

Le prime perplessità le ho avute all’imbarco a Genova.

Mentre eravamo tutti pronti ad imbarcarci lo vediamo arrivare con una tenuta un po’ troppo casual diciamo:

Maglietta da Easy Rider, Jeans, scarpe da ginnastica e un casco Jet.

Mi ricordo ancora che quando l’ho visto ho pensato:

“Ma dove crede di andare questo?”

Caricate le moto e saliti sul ponte non ho resistito dal parlargli, un viaggio in Tunisia a Giugno non può essere affrontato così.

“Ciao, ma tu per il viaggio di abbigliamento da moto cos’hai?”

Gli chiesi.

“Beh andiamo in Tunisia, là fa caldissimo, ho visto le previsioni, io il viaggio lo faccio in maglietta”

Mi rispose….

Dopo essermi letteralmente morsicato la lingua per evitare di essere troppo volgare gli dissi:

“Ma sei matto? In Tunisia fa caldo ma proprio per questo bisogna coprirsi, e poi se cadi in maglietta la pelle la recuperiamo tutta da terra…”

La sua risposta è stata da super cafone:

“Senti questo è il mio primo viaggio in moto, ho messo da parte i soldi da 6 mesi, ti ho pagato e viaggio vestito come voglio io”

“ Va beh, fai come vuoi, vediamo dopo un giorno di viaggio se la pensi ancora così…”

Oggi non avrei avuto lo stesso aplomb da lord inglese nel rispondergli…

“Un’ultima cosa: come casco hai solo quello?”

Gli chiesi ancora.

“Si cosa me ne porto a fare due…”

Dopo questo allegro scambio di opinioni me ne andai dagli altri del gruppo, preoccupato per che elemento mi ero messo in gruppo.

Voglio precisare una cosa:

Questo ragazzo poi si è rivelato essere davvero una bravissima persona, tant’è che ci sentiamo ancora oggi, sul momento tra una cosa e l’altra non c’eravamo capiti e le mie preoccupazioni sul suo conto erano decisamente sbagliate…ma torniamo a noi.

Arriviamo in Tunisia e il viaggio vero e proprio comincia.

Tutti si divertono e le meravigliose strade di questa terra fanno da cornice perfetta.

Temperatura registrata dal termometro intorno ai 34°, diciamo non proprio frescolino.

La comitiva non ha problemi, però in quel viaggio eravamo per lo più motociclisti esperti, a parte il nostro amico, e perciò eravamo tutti attrezzati, tutti tranne lui.

Ad ogni sosta era il più distrutto.

Sudato marcio.

La maglietta non lo faceva sudare più degli altri ma le braccia erano sempre più cotte dal sole, e il sudore sulle ustioni non è il massimo.

Con un fantastico colorito aragosta sulle braccia nonostante avesse messo la protezione 50, quella l’aveva portata.

Jeans marci effetto bambino incontinente.

Sete costante ed espressione sempre più affaticata.

Per tre o quattro volte durante la giornata l’ho avvicinato per chiedergli se andava tutto bene, e lui ogni volta mi zittiva con un secco “Si certo, non ti preoccupare”.

La sera mangiammo tutti insieme in albergo e poi ci ritirammo, ognuno nella sua camera.

Verso l’una qualcuno bussa alla mia porta.

Vado ad aprire ed è lui.

“ Senti….io devo chiederti scusa…”

“Stai tranquillo, non ti preoccupare anche questo fa parte del mio lavoro, non ti preoccupare…”

“No davvero, scusami per l’altro giorno in nave e anche per oggi che ero scortese, ma ero incazzato perché avevi ragione…”

“ Io lo dicevo per il tuo bene, ma non perché sia più furbo o altro, semplicemente perché sono anni che viaggio così e come affrontare il caldo, il vento e la sabbia sono state una delle prime cose con cui ho dovuto avere a che fare”

“Me ne sono accorto…”

“Ascolta, se vuoi io ho un’altra tuta da moto, una di quelle traforate e un casco integrale in più, perché non mi piace girare per viaggi lunghi con solo uno, se vuoi te li presto”

“ Davvero?”

“Si, non ti preoccupare, è il tuo primo viaggio e voglio che te lo godi, te li vado a prendere nel furgone e te li do”

“ Grazie mille, penso che non sarei durato ancora due giorni a viaggiare così”

Così gli diedi tutto e andammo a dormire.

L’indomani mattina era completamente bardato, sembrava  un beduino, a parte le scarpe era completamente coperto.

Ripartimmo per il percorso e il viaggio andò bene.

Tornati sulla nave mi disse:

“Grazie Valter, sinceramente pensavo di morire i primi giorni senza niente e quando mi hai dato la tuta credevo che avrei avuto decisamente più caldo tutto chiuso. Invece devo ammettere che avevi ragione, con la tuta e il casco chiusi avevo meno caldo che tutto aperto col vento”

Da allora ho capito che avevo sbagliato anche io nel non indicare con precisione tutta l’attrezzatura necessaria per un viaggio del genere e così da lì in avanti indico esattamente tutto il necessario.

Ora veniamo a noi, perché da questa storia c’è molto da imparare.

Partiamo da un punto fondamentale:

Quando si viaggia la prima cosa è SEMPRE la sicurezza.

Ci tengo a ribadirlo perché per quanto sembri scontato non lo è affatto.

Se ci pensi ci hanno fatti crescere col mito della t-shirt in moto, film, televisione, tutto ci ha sempre fatto vedere scene del genere con il belloccio di turno in sella con la maglietta a maniche corte e l’aria sulla faccia.

Beh diciamo che probabilmente se questo “prototipo” di motociclista viaggia sempre e solo così prima o poi si farà piuttosto male…

Non so, e ti auguro di no, se ti è mai capitato di fare un incidente in moto o di cadere, ma ti assicuro che in jeans e maglietta non si è propriamente al sicuro da abrasioni e altri inconvenienti vari.

Ma torniamo a noi.

Finché si tratta di viaggiare qui in Italia è un conto.

Fa caldo ma non troppo, si viaggia tranquilli, e mettere il giubbino non è poi un così grande problema, ma come la mettiamo se si parte per posti davvero caldi?

Sto parlando di viaggi in Tunisia, Marocco o Turchia, dove le temperature arrivano tranquillamente intorno ai 40°.

Chiunque penserebbe che il modo migliore per non patire il caldo è scoprirsi, ma questo è un falso mito, basti guardare le persone che da sempre combattono con questi ambienti: sto parlando dei beduini del deserto.

Se uno osserva le popolazioni Tuareg o Berbere nota subito una cosa:

Sono coperti dalla testa ai piedi.

Proprio lì dove fa caldissimo e la prima cosa che verrebbe da fare sarebbe quella di scoprirsi loro sono completamente bardati.

Certo gli indumenti che indossano sono molto leggeri, ma coprono completamente il corpo.

Questo anche per il sole, che è davvero cocente e brucerebbe facilmente la pelle.

“Ok Valter, ma cosa centra con me e il viaggio estivo di un motociclista?”

Centra eccome.

I motociclisti che visitano certe terre devono essere dei beduini occidentali.

Mi spiego meglio.

Le moderne tecnologie hanno permesso alle aziende di produrre tute capaci di fornire sia la dovuta protezione e sicurezza che nuove frontiere a livello di freschezza e traspirabilità, e i nuovi jeans tecnici permettono traspirabilità e sicurezza con tutte le protezioni in caso di cadute.

Oggi poi anche guanti e stivali sono stati adattati anche ai territori più caldi con materiali più traspiranti e resistenti.

Sto parlando di tutte quelle tute traforate, che grazie ai finissimi fori permettono all’aria di passare rinfrescando chi la indossa ma proteggendolo come una tuta completamente chiusa.

 

Indossare tute del genere non è solo utile per motivi di sicurezza in caso di cadute, ma aiuta anche a proteggere la pelle ed evitare che possa screpolarsi molto o addirittura bruciarsi per via dei raggi UV del sole e delle alte temperature.

Perciò anche se parti per l’Africa o un’altra terra molto calda devi assolutamente indossare la tuta e per non morire di caldo deve essere traforata.

 

 

Ora passiamo ad un altro tasto dolente quando si parla di abbigliamento per il viaggio, sicurezza e calore: il casco.

Diciamoci la verità, tutti noi vorremmo viaggiare senza casco liberi e col vento sulla testa, ma PER FORTUNA non si può, almeno in Italia.

In verità in molti paesi il casco è giustamente obbligatorio, ma qualcuno potrebbe pensare:

“Se sono nel deserto chi vuoi che mi vede se faccio qualche chilometro senza casco?”

Non c’è pensiero peggiore…

Ora non starò ovviamente a parlare dell’importanza del casco riguardo alla sicurezza, ne hanno già parlato tutti, è palese e ovvia, ogni anno salva centinaia di migliaia di vite, perciò non credo sia necessario aggiungere altro.

Il punto è che se il nostro furbetto si togliesse il casco per fare qualche chilometro nel deserto con il vento in faccia, anche se nessuno dovesse vederlo, sarebbe in guai molto seri.

“Ma come Valter, se non l’ha visto nessuno”

Verissimo, ma ci sono problemi ben più grandi….sto parlando del sole.

In ambienti del genere il sole può causare gravissimi danni al nostro organismo, prendere un’insolazione può far salire la febbre, oltre che creare gravi eritemi alla pelle, e si rischia addirittura di andare incontro a svenimenti, per non parlare della disidratazione.

Insomma, non è propriamente una grande idea viaggiare senza casco, peggio ancora se si è in ambienti molto caldi.

“Ok Valter, io intanto lo metto, se devo andare in posti del genere mi porto il Jet e via, così un po’ d’aria la prendo e sono a posto.”

Sarebbe bello, ma purtroppo non è la cosa migliore da fare…

A tutti fa piacere l’aria sul viso, ma ti assicuro che quando quest’aria è intorno ai 36° è tutt’altro che piacevole.

Nella mia esperienza ho capito che l’unica soluzione per viaggi in paesi molto caldi è il casco integrale o i moderni caschi modulari

Lo so, lo so…. Stai pensando

“L’integrale chiude tutto, fa sudare, si muore di caldo.”

Vero, ma ti assicuro che il caldo del casco non è nulla a confronto di quello che avresti senza.

I flussi di aria calda sul viso sono una delle cose più fastidiose, deconcentranti e pericolose che esistano, e solo il casco integrale o i moderni caschi modulari ti permettono di evitarle.

Poi oggi per fortuna anche il casco integrale è strutturato per far traspirare l’aria con valvole e aperture varie, in maniera tale da avere comunque un buon ricambio.

Un’altra bella soluzione è utilizzare un casco modulare adattabile davvero a tutte le occasioni potendolo chiudere e riaprire a piacimento.

Oltre al caldo l’integrale ti assicura anche una maggiore protezione dagli insetti, cosa non da poco quando si viaggia in territori con zanzare varie, mosche, moscerini e tante tante altre piccole creaturine fastidiose.

Insomma se quest’estate vuoi partire per un viaggio tieni bene a mente queste poche semplici regole:

1) Giacca o tuta sempre, possibilmente traforata per far passare l’aria ma viaggiare in assoluta sicurezza.

2) Casco sempre allacciato, se in paesi molto caldi meglio l’integrale o i nuovi casco modulari,  per riuscire ad essere più protetto.

3) Stivali e guanti estivi, con materiali più traspiranti ma comunque resistenti, imbottiti e sicuri.

4) Coprirsi di più può essere la soluzione migliore per patire meno il caldo, ricorda i beduini del deserto, ovviamente ciò con cui ti copri è fondamentale che sia di alta qualità.

5) Proteggerti dal sole, dagli insetti, dal caldo, e dall’asfalto in caso di caduta è la prima cosa a cui devi pensare quando decidi di partire per far si che il tuo viaggio sia perfetto e non un calvario.

Bene, ora puoi partire tranquillo, ora sai con che abbigliamento attrezzarti per quest’estate, sia che tu voglia andare nel deserto del Sahara sia che tu rimanga in Italia e voglia viaggiare un po’.

Spero che ti sia piaciuto questo articolo e soprattutto che ti sia stato utile.

Al prossimo articolo.

Valter